Lettera da Vinyamar

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La missiva di un mercante alla sua amata
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La missiva di un mercante alla sua amata


Vinyamar, giorno quinto della seconda decade di Brumaio

Mia amata Elena,

sono ormai sei giorni che sono giunto a destinazione, e mi manchi così tanto… vorrei essere con te qui, in questo posto meraviglioso, accarezzare le tue chiome lungo le rive dei ruscelli, all’ombra delle fronde di bianchi alberi.
Oh, mia adorata, Neenuvar! E’ un luogo così splendido! Qui tutto è così sereno, lieve… sembra quasi che le chiome degli alberi salutino i viandanti lungo i sentieri. Le città sono bellissime, insiemi armoniosi di alti palazzi di marmo bianco, scolpiti in forme così slanciate e leggiadre da sembrare quasi privi di peso, tendenti solo verso le stelle. Bianca Neenuvar degli adoratori del cielo! Oh, amore mio, gli Eredi! Sono gente squisita, di aspetto leggiadro come la loro terra, dai lineamenti nobili e i modi di gran signori! Qui tutti, tutti, dai soldati alle lavandaie, sembrano usciti dalla corte del Re, e nessuna locanda puzza come certe stamberghe brinniche! E amano cantare.. qui tutto pare cantare! E il loro canto è così emozionante! Gente nobile e strana, gli Eredi… sembra che tutto quello che fanno, da quando si levano dai loro giacigli al mattino a quando tornano a coricarvisi la sera sia mirato a raggiungere la perfezione dei loro antichi avi, quelli che chiamano sottovoce “gli Antichi”.

E li ho visti, Elena, li ho visti! Ho visto gli Elfi!!!

Ero lì, nella piazza del mercato (se devo essere sincero mi sentivo quasi fuori posto a vendere in un luogo perfetto come quello, ma erano tutti così gentili…) e ad un certo punto ne ho visto uno, tra di loro… oh, certo, aveva le orecchie appuntite come quelle di quasi tutti coloro che vivono qui, ma era evidente che non aveva niente a che fare con loro; era alto, molto più alto persino di parecchi Brinnici, ed aveva lunghi capelli chiari che sembravano riflettere la luce del sole in tutte le direzioni. Si muoveva come un dio in mezzo alla sua gente, sembrava che nulla al mondo potesse turbarlo. Ed era bello, indescrivibilmente bello, tanto che capii a fatica che era un uomo. Credo fosse la cosa più bella che abbia mai visto in vita mia… dopo di te, ovviamente, mia cara! Sicuramente, se l’avessi sentito cantare avrei pianto come un bambino. E i suoi occhi… sembrava irradiare luce da tutto il suo essere, Elena! Ma le mie parole non bastano a descriverlo… dobbiamo assolutamente tornare qui, insieme.

Ma nonostante tutto mi manchi, tanto… a presto, amore mio.



Autore
Lorenzo